sabato 3 marzo 2012

...e questa è la mia storia...DA CASALINGA..A CAMPIONESSA DEL MONDO

Intervista a Loredana Moretti

1 - Signora Loredana Foschini Moretti, lei da casalinga ha avuto un drastico cambiamento di vita: che cosa lo ha provocato?

La mia vita era completamente pianificata, mio marito, medico, seguiva costantemente i cavalli da trotto ed io condividevo con lui questa passione.

2 - Che cosa è avvenuto perchè lei si trasformasse da casalinga a campionessa italiana di corsa al trotto?

Mio marito disputava le corse nella categoria Gentlemen, in cui otteneva sempre ottimi risultati. Io lo seguivo sempre. Debbo sottolineare che in quel tempo, solo in Italia, le donne non potevano correre, ma solo gli uomini. Accadde che il presidente nazionale dei Gentlemen, volendo aprire anche alle donne questa possibilità, convocò una riunione a Bologna con, all'ordine del giorno, la possibilità che anche da noi, come nel resto del mondo, si aprissero le corse anche per le donne nella categoria Amazzoni.
Decisero per il sì, ed io immediatamente mi presentai. Ero già esperta perchè, essendoci a Ravenna un ippodromo molto qualificato, come hobby, io allenavo cavalli.

3 - Qual'è stata la prima corsa, e com'è poi arrivata a vincere il campionato italiano?

La prima esperienza fu a Bologna, e giunsi terza. La seconda a Firenze, la vinsi.
Da notare che le corse per le Amazzoni erano solo 8 all'anno, tutte dislocate nelle varie città d'Italia (sino alla Sicilia). Per partecipare, bisognava avere a disposizione un cavallo in ogni città dove avveniva la corsa. Pensate alle spese insostenibili di doversi portare un animale da Ravenna: impossibile! Certamente io non me lo potevo permettere.
L'incontro che mi sciolse questo nodo fu l'amicizia tra mio marito e il Conte Manzelli, il quale, soddisfatto delle mie prestazioni in corsa, si offrì di mettere a mia disposizione i suoi cavalli.
Mi disse: "Guidali alla vittoria, e te li mando ovunque!".
Così dopo tre anni dal mio debutto, con diverse vittorie, e più numerosi piazzamente onorevoli, ebbi la gioia di vincere il campionato italiano.

4 - Sì, ma poi lei non si fermò lì..mi pare ci sia dell'altro.

Dopo la mia vittoria, andai a Napoli dove si correva il Gran Premio di Agnano.
Una delle corse di quel giorno era riservata alla mia categoria "Amazzoni".
A questo importantissimo concorso partecipavano tutte le nazioni del mondo, America compresa.
In serata ci fù la premiazione dei vincitori delle varie gare. Noi donne eravamo 9.
Quando venimmo chiamate e ci presentammo sul palco, tutte in abito da sera, gli americani, che ci avevano visto solo vestite da fantino, non ci avevano riconosciute, e si domandavano perchè ci davano un premio. Forse per l'eleganza?? Questo equivoco era plausibile: da loro uomini e donne gareggiavano assieme, e assieme venivato premiati.
Così un grosso manager americano ebbe l'idea di organizzare il primo campionato del  mondo femminile. Io, che detenevo il titolo italiano, fui invitata a partecipare: eravamo 16 di varie nazioni.
Gli sponsor ufficiali erano Canadà e Stati Uniti.
Il soggiorno in America durò 25 giorni.

5 - Chi vinse il titolo mondiale?

Dopo alterne vicende con finale a Montreal mi dissero che il cavallo sorteggiaro per me, considerato un po' matto, alle scommesse lo pagavano ben 12 volte! Quello della favorita americana, invece, 1 volta. Per di più guidato dalla miglior Amazzone d'America.
Alla fine però furono battuti da me.
Tutti gli italiani venuti a sostenermi erano quasi impazziti di gioia per la vittoria e inoltre, avendo puntato su di me, tornavano a casa molto più ricchi e soddisfatti.
Tante altre vittorie si sono poi susseguite: persino a Chicago, per il Columbus Day, vinsi la coppa dei campioni.

6 .- Questa esperienza che cosa le ha lasciato?

A me ha lasciato una celebrità che mi ha permesso di girare il mondo invitata da tutti ma soprattutto, mi ha permesso di praticare il mio sport preferito perchè, dopo i miei successi, tutti mi offrivano i loro cavalli da guidare, e io ho potuto esternare il mio amore per questi magnifici animali.

7 - Che cosa vorrebbe dire ai giovani riguardo allo sport in generale?

Ai giovani e non io dico: "praticate uno sport, di qualsiasi genere, adatto alla vostra età: non importa vincere, ma imparare a lottare. Lo sport può portare fatica, delusioni, sacrifici, ma ne vale sempre la pena, perchè ci mantiene in forma aiutandoci a vivere meglio. E poi la gioia di partecipare, anche a livello agonistico, è grandissima! Inoltre lo sport insegna a vivere e forma il carattere".

Intervista di Giuseppe Vincelli

A seguire una breve galleria di foto

Io e mio marito, subito dopo la vittoria

Io e Licking Speed

Ancora io e Licking Speed

Public relation man

L'arrivo vittorioso


La premiazione

La coppa, la giacca, il frustino e il mio cagnino Kicco

Il mio eroe merita una passeggiata

La premiazione

L'arrivo

Festeggiata anche in casa

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